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Via Nosadella è senza dubbio una delle strade più caratteristiche della Bologna d'una volta: dalla piazza Malpighi si snoda, piuttosto stretta, fino alla via Saragozza, costeggiata da modesti fabbricati, da botteghe artigiane, quasi interamente porticata; un tempo contava anche parecchi edifici religiosi, chiese, cappelle e conventi, che attribuivano a questa via un suo aspetto singolare. La strada conserva ancora le sue case e i suoi portici, totalmente preservati dalle incursioni belliche, che pure provocarono molte distruzioni anche negli immediati dintorni: gli abitanti della via in ringraziamento per questa salvezza posero un'immagine mariana, quasi un ex-voto collettivo, che ancora ricorda, al numero 6, quegli anni lontani nella dedica:
Gli abitanti di questa via rimasta incolume dalla strage della guerra la santa immagine posero nell'anno MCMVL a perenne memoria e riconoscenza"
Il nome della strada ricorda i noceti che si trovavano in questa parte della città, un tempo campestre e all'esterno delle mura cittadine, che erano fiancheggiate dal fossato, ricordato ancora questo nel nome della traversa che si diparte dalla via Nosadella.
All'inizio della strada è ubicata la chiesa dedicata a «Maria Regina dei Celi», comunemente detta la «chiesa della Madonna dei Poveri», perché una Compagnia con questo nome ebbe per molti anni qui la sua sede.
Su questo stesso luogo già all'inizio del Trecento era stato edificato un ospizio per viandanti e pellegrini ad opera della«Compagnia di Santa Maria delle Laudi»: tali confraternite, sorte in quel tempo a Bologna, erano dette anche dei «Laudesi», perché la loro caratteristica più notevole era la recita cantata della lodi durante le loro adunanze. Questa confraternita era solita radunarsi ogni prima domenica del mese presso la chiesa di San Francesco e perciò veniva anche detta la «Compagnia di San Francesco»
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